C’è qualcosa di profondamente inquietante nella narrazione sulla Terra dei Fuochi in provincia di Napoli: non si tratta solo di un problema ambientale ma di un cortocircuito percettivo. In un luogo dove il verde dovrebbe evocare natura, quiete, salubrità, si cela invece una minaccia subdola e persistente. Campi coltivati, filari di alberi, persino aree protette… tutto appare intatto, ma sotto quella facciata si consuma un lento avvelenamento.
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