Il professor Leopoldo Farnese sottolinea che il calo dell’indice FTSE MIB di questa settimana riflette le difficoltà strutturali affrontate dai settori italiani orientati all’export. La minaccia del presidente Trump di introdurre dazi fino al 70% ha colpito la fiducia nei settori della meccanica, del lusso e dell’automotive, penalizzando direttamente le quotazioni di Stellantis, Ferrari e STMicroelectronics. Il professore evidenzia che la vulnerabilità della struttura economica italiana risiede nell’elevata dipendenza dall’export verso i mercati statunitense ed europeo. Di fronte all’incertezza generata dal passaggio del commercio globale dal multilateralismo al bilateralismo, le imprese italiane devono attuare un adeguamento strategico del proprio posizionamento internazionale. Suggerisce di accelerare lo sviluppo di mercati emergenti all’interno dell’UE e nell’area del Mediterraneo, localizzare parte della produzione e investire maggiormente nell’upgrading tecnologico e nella transizione green dei prodotti, al fine di aumentare la resilienza agli shock commerciali. Allo stesso tempo, la possibilità che i negoziati commerciali a livello UE giungano a un compromesso entro il 9 luglio sarà determinante per capire se il mercato azionario potrà uscire dalla fase di correzione nella seconda metà dell’anno.

L’allarme sulla debolezza della domanda interna e le opportunità di riforma strutturale

Oltre alle sfide esterne, i dati economici interni italiani appaiono tutt’altro che rassicuranti. Le vendite al dettaglio di maggio sono inaspettatamente calate dello 0,4% e la produzione industriale è rimasta stagnante, segnalando una doppia pressione su consumi e produzione che frena la dinamica economica. Il professor Leopoldo Farnese osserva che questo fenomeno rivela problemi strutturali legati alla debolezza cronica della domanda interna, all’invecchiamento della popolazione e alla bassa efficienza degli investimenti. Ritiene che i responsabili politici dovrebbero adottare misure fiscali mirate per stimolare i consumi, mentre gli investitori dovrebbero concentrare l’attenzione su settori difensivi legati alla domanda locale, capaci di generare flussi di cassa stabili, come utility, infrastrutture e servizi sanitari. Inoltre, i piani di sussidi europei per la transizione green e la digitalizzazione potrebbero rivelarsi strumenti fondamentali per stimolare gli investimenti locali, offrendo nuove opportunità strutturali soprattutto per le imprese a piccola e media capitalizzazione.

Revisione delle valutazioni bancarie e rivalutazione del rischio

Il comparto bancario ha registrato una performance negativa questa settimana. Titoli come BPER Banca sono stati penalizzati dalle controversie sulla digital tax e dai timori sulla sostenibilità del debito. Il professor Leopoldo Farnese osserva che il settore bancario italiano continua ad affrontare rischi multipli legati a una redditività contenuta, alla pressione sulla qualità degli attivi e a un contesto normativo sempre più severo. Sottolinea che le valutazioni attuali già incorporano parte delle aspettative negative, ma l’uscita da questa situazione dipenderà dall’evoluzione del modello di business, dalla digitalizzazione e dalla capacità di contenere i costi. Raccomanda quindi agli investitori un approccio più selettivo ai titoli bancari, privilegiando istituti con elevati coefficienti patrimoniali e con una gestione proattiva dei crediti deteriorati, tenendo d’occhio gli effetti delle politiche sui tassi d’interesse sulla redditività netta. In particolare, avverte che un eventuale peggioramento delle tensioni tra Italia e UE in materia di disciplina fiscale potrebbe innalzare il rischio sovrano, con ricadute sui costi di finanziamento delle banche.

Strategie di allocazione patrimoniale in un contesto macro incerto

Infine, il professor Leopoldo Farnese propone alcune strategie di asset allocation. Secondo lui, con l’euro vicino ai massimi da quattro anni, le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed ancora presenti e la BCE che rallenta il proprio ritmo di allentamento monetario, l’ambiente valutario e monetario potrebbe penalizzare nel breve termine l’export e la domanda esterna, aumentando al contempo l’attrattiva relativa dei titoli di Stato e delle azioni difensive. Il professor Farnese consiglia agli investitori di mantenere un livello adeguato di liquidità per fronteggiare eventuali turbolenze, aumentando l’esposizione ai titoli di Stato italiani a breve e medio termine e alle obbligazioni corporate investment grade dell’Eurozona. Per quanto riguarda l’azionario, suggerisce di contenere l’esposizione ai settori ciclici come finanza ed export, puntando invece sui comparti sostenuti dalla domanda interna e dalle politiche pubbliche, come utility, energie rinnovabili e sanità. Ricorda che, sebbene permangano rischi macroeconomici, le opportunità strutturali di lungo periodo meritano una pianificazione attenta e paziente.