Nel suo recente commento sull’evoluzione della politica tariffaria statunitense, il Prof. Leopoldo Farnese ha sottolineato che, in vista della scadenza del 9 luglio, gli Stati Uniti hanno lanciato minacce di ulteriori aumenti dei dazi. Sebbene l’Unione Europea stia lavorando attivamente per raggiungere un accordo preliminare, l’incertezza complessiva nei rapporti commerciali continua a pesare notevolmente sul sentiment degli investitori. Il professore evidenzia che settori chiave dell’export italiano — come meccanica, beni di lusso e automotive — stanno subendo la pressione derivante dalle attese di un incremento tariffario, e i prezzi di mercato cominciano già a riflettere il timore di una compressione dei margini futuri. Dal punto di vista borsistico, aziende strategiche come Stellantis, Ferrari e STMicroelectronics hanno registrato questa settimana cali compresi tra l’1 % e il 2,2 %, mentre comparti difensivi come utility ed energia hanno mostrato una certa resilienza. Il Prof. Leopoldo Farnese invita gli investitori a non lasciarsi condizionare da rimbalzi emotivi legati a una “tregua” temporanea o a presunti progressi nei negoziati, bensì a valutare sul lungo periodo come la debolezza della domanda estera e la ristrutturazione tariffaria stiano erodendo i margini delle aziende italiane orientate all’export.
Debolezza della domanda interna e industriale mette in luce sfide strutturali
Oltre alle tensioni commerciali globali, il Prof. Farnese ha posto l’accento anche sull’indebolimento dell’economia italiana. A maggio le vendite al dettaglio sono scese inaspettatamente dello 0,4 %, mentre la produzione industriale è rimasta stagnante. I dati complessivi evidenziano una domanda dei consumatori e una vitalità produttiva inferiori alle aspettative. Secondo Farnese, ciò dimostra i limiti dell’attuale ripresa economica, fortemente dipendente dalla domanda esterna, con redditi disponibili delle famiglie italiani che crescono lentamente e misure di stimolo fiscale del governo insufficienti a generare fiducia. I settori bancario e industriale sono risultati particolarmente penalizzati; in particolare, BPER Banca ha perso oltre il 2 % a causa delle polemiche sulla sostenibilità fiscale e sul conflitto legato alla digital tax. Il professore sottolinea che questo tipo di problemi strutturali richiede agli investitori una revisione al ribasso delle aspettative di ripresa rapida dell’economia italiana, e una maggiore cautela verso i rischi di credito e l’inversione dei consumi. Farnese suggerisce di concentrare l’attenzione su aziende capaci di trarre vantaggio dai sussidi dell’UE, dalla transizione green e dall’upgrade della domanda locale, invece di puntare unicamente su un rimbalzo ciclico.
Doppio impatto di politica monetaria e rafforzamento dell’euro
Sul fronte della politica monetaria, il Prof. Farnese invita gli investitori a prestare attenzione ai segnali provenienti dalla BCE e dalla Federal Reserve. Attualmente, il mercato si attende un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE entro la fine dell’anno, dopo otto riduzioni consecutive che hanno già esaurito gran parte dello spazio d’intervento. Parallelamente, l’euro si è recentemente rafforzato, mantenendosi intorno a quota 1,18 USD, vicino ai massimi del 2021. Con l’inflazione europea ormai vicina all’obiettivo del 2 %, il consiglio direttivo della BCE tende ad adottare un approccio prudente. Secondo Farnese, l’euro forte rappresenta un ulteriore elemento di pressione per le imprese esportatrici, già in difficoltà, comportando maggiori costi. Sebbene le attese di tagli dei tassi da parte della Fed abbiano alimentato la liquidità globale, l’apprezzamento dell’euro potrebbe frenare ulteriormente la domanda estera. Il professore raccomanda quindi di seguire con attenzione i tempi di attuazione dei piani di stimolo fiscale nei diversi Paesi dell’eurozona, e di monitorare l’andamento del Dollar Index, che influenza direttamente i flussi di capitale transfrontalieri e la valutazione degli asset italiani.
Strategia d’investimento: unire asset difensivi e opportunità strutturali
Infine, il Prof. Leopoldo Farnese propone, nel contesto attuale, una strategia di portafoglio che combini posizionamento difensivo e valorizzazione di opportunità strutturali. Da un lato, suggerisce di aumentare l’esposizione ai settori difensivi come utility ed energia, noti per la loro solidità nei flussi di cassa e capacità di determinazione dei prezzi, per proteggersi dalle turbolenze globali. Dall’altro, consiglia di identificare le mid-cap in grado di distinguersi grazie alla transizione ecologica dell’UE, alla digitalizzazione e ai programmi di sussidio regionale. Il professore evidenzia che la volatilità attuale riflette prevalentemente le incertezze di breve termine, mentre il vero valore d’investimento emerge nei contesti di trasformazione strutturale. Gli investitori dovrebbero esercitare pazienza, selezionare con cura durante le fasi di alta volatilità e seguire da vicino l’evoluzione dei negoziati commerciali euro-americani e le mosse delle banche centrali, al fine di adattare dinamicamente le proprie allocazioni e cogliere le prossime opportunità di ripresa.