< Comunità dello stupro a cielo aperto simili a «Mia moglie» sono l’anticamera di violenze come quelle subite da Gisele Pelicot. Per mostrare quanto vi sia una banalità del male e, al contempo, un patriarcato che non intende mollare la presa. Bisognerebbe fare attenzione ad altri luoghi, ora, magari quelli che non sono così visibili come un gruppo facebook e in cui si consumano le sopraffazioni peggiori. >
https://ilmanifesto.it/mia-moglie-i-social-e-la-comunita-dello-stupro
@Kurjak @attualita Gruppi su Internet con foto di donne non consenzienti… Poi magari sono gli stessi uomini che in pubblico dicono “not all men” quando si parla di violenza, o che sminuiscono le lotte delle donne o, peggio, lottano per mettere la verifica dell’età anche nell’aria che respiri. Innanzitutto bisogna scardinare il concetto secondo cui la violenza si veda con la sofferenza immediata o coi lividi. Il silenzio è peggio.
@talksina è una cosa talmente aberrante e lontana da ogni umanità che fatico a trovare parole adeguate. Penso solo che non riserverei alcun diritto ad ognuno di quei titolari di account.
@Kurjak @attualita Il punto è: come viene in mente a uno di fotografare la propria moglie/fidanzata senza consenso? Per carità, si scambiassero le foto tra persone consenzienti, sarebbero affari loro. Anche se il rischio che la foto vada in giro a persone esterne è comunque alto.